
Precisiamo che in medicina si definisce ernia la fuoriuscita di un viscere dalla cavità anatomica in cui è normalmente contenuto.
Nell’ernia iatale il viscere che fuoriesce dalla sua cavità naturale cioè l’addome è il fondo dello stomaco che facendosi strada attraverso lo iato esofageo del diaframma scivola o migra nella cavità toracica che è situata appunto sopra il diaframma stesso alterando così la funzionalità di tutta la regione cardias compreso.
È intuitivo che il cardias sospinto così verso l’alto, addirittura in un’altra cavità del corpo in cui vige una pressione addirittura negativa che è utile per “risucchiare” il sangue venoso verso il cuore, non possa svolgere al meglio il suo compito e che quindi l’ernia iatale nei casi clinici più severi diventi una delle primarie indicazioni chirurgiche nella GERD.
Qual’è il punto di minor resistenza dell’ernia iatale? Forse siamo già in grado di formulare una risposta patogenetica sull’origina di questa patologia.
Abbiamo già descritto il secondo anello della cifra 8 cioè lo iato esofageo che sappiamo essere meno rigido rispetto all’anello osteo tendineo dello iato aortico in quanto più ricco di fibre muscolari.
In condizioni normali nei giovani tale anello forma una sorta di perfetta guarnizione o cravatta muscolare in corrispondenza del restringimento diaframmatico dell’esofago.
Con il passare degli anni però assistiamo ad un progressivo allentamento di questa guarnizione creando il punto di minor resistenza.
Se le cure mediche non sono sufficienti bisogna ricorrere ad un intervento chirurgico durante il quale il chirurgo eseguirà il riposizionamento dello stomaco nella sua cavità naturale e rifacimento della cravatta dell’orificio esofageo del diaframma che si è troppo allentata ed ha consentito questa migrazione nel torace di parte di fondo dello stomaco nella cavità gastrica.
I sintomi sono gli stessi del reflusso gastroesofageo che sono: dolori forti al torace, senso di bruciore allo sterno, rigurgiti acidi, raucedine, salivazione eccessiva e sapore amaro in bocca.
Consigli pratici:
non andare a letto subito dopo mangiato, non fumare perché irrita l’esofago, pasti piccoli e frequenti, masticare con calma
Cosa evitare a tavola:
alimenti troppo grassi come i fritti, carni grasse, salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina o burro, caffè e thè, cioccolato, pomodori, agrumi, alcolici e superalcolici, bibite gassate, alcune spezie come peperoncino, pepe, curry, noce moscata, evitare cibi o bevande troppo caldi o troppo freddi.
Consigli naturali e fitoterapici:
per chi non ha la pressione alta consigliamo la liquirizia come coadiuvante digestivo
Altea Officinalis che svolge un’azione analgesica, antisettica, cicatrizzante, riepitelizzante
Scutellaria Lateriflora che vanta proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche, astringenti, febbrifughe e toniche
Ultima curiosità una ricetta di un mio amico medico ucraino come protettore gastrico: banana, spinaci e acqua frullati
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