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II° Lezione: Stress e apparato digerente - Mucosa esofagea


Quando si parla di stress della vita moderna si intende un disagio emozionale mentale ma soprattutto relazionale con il mondo esterno che si riflette a volte molto negativamente sulla funzione dei nostri organi e apparati interni.


L’apparato digerente è fra i primi ad esserne colpito e pensando allo sviluppo dell’essere umano tutto ciò ovviamente non ci deve stupire.


Il neonato, infatti, proviene dal cosiddetto complesso materno-fetale cioè da un mondo interno e si mette in rapporto vitale per la prima volta col mondo esterno attraverso l’orificio che rappresenta appunto la porta d’ingresso dell’apparato digerente: la bocca.


Va poi alla scoperta del mondo che lo circonda portando alla bocca tutti gli oggetti che incontra.


Un piccolo siparietto per testimoniare l’importanza della bocca nei primi anni di vita.

Un mio nipotino di 4 anni, ogni sera promette di abbandonare il ciuccio “fra 100 giorni”.


Per noi 100 è un numero ben preciso, per lui 100 giorni significa ovviamente mai.


Quindi spieghiamo cos’è l’apparato digerente cioè quel lungo condotto che inizia dalla bocca e termina con l’ano per capire il significato della sua struttura sia morfologica sia istologica dobbiamo fare riferimento alla sua origine embrionale, cioè all’intestino primitivo che era chiuso alle due estremità.


L’origine embrionale la tratteremo a parte in un post ad essa dedicato.


La parete di questo lungo tubo è tappezzata all’interno da una mucosa che a livello delle labbra e dell’orificio anale è in continuità con la cute rispettivamente delle labbra e del perineo.


Definiamo mucosa il rivestimento di tutte le cavità interne comunicanti con l’esterno, lo strato quindi più interno della parete che si affaccia direttamente sul lume dell’organo.


Tutte le mucose sono costituite da due strati: uno strato epiteliale e uno strato più o meno spesso connettivale chiamato “tonaca propria” della mucosa.


Vedremo che le mucose dei singoli tratti del nostro apparato digerente hanno caratteristiche anatomiche e funzionali specifiche.


Tutti gli epiteli non sono vascolarizzati e quindi ricevono per diffusione l’ossigeno e i nutrienti dagli strati sottostanti.


La tonaca propria invece che fa da supporto all’epitelio è costituita da tessuto connettivo in cui sono immerse molte strutture: ghiandole, vasi sanguigni e linfatici, tessuto linfatico e nervi.


L’epitelio di rivestimento dello stomaco non ha particolari funzioni metaboliche di assorbimento e di digestione dato che si tratta di un semplice condotto per far transitare il bolo alimentare verso lo stomaco.


La sua unica funzione quindi, come gli epiteli della cavità orale, della faringe e della vagina è solo ed unicamente quella di resistere ai traumi meccanici.


L’epitelio esofageo deve essere molto robusto e resistente quindi di tipo pavimentoso pluristratificato come quello della cavità orale, della faringe, delle corde vocali e della cavità vaginale.


Resistente si hai traumi meccanici ma purtroppo non a quelli chimici che ci fanno tanto disperare.


L’esofago soffre ed a volte si ammala nella GERD perché, a differenza dell’epitelio gastrico non è protetto dall’aggressione acida del succo gastrico.


Ecco perché si ha quella sensazione di bruciore lungo tutto il tratto esofageo che colpisce anche la gola e a volte la lingua.


A volte si può verificare anche uno spasmo esofageo quando le onde peristaltiche che dovrebbero spingere il bolo alimentare verso lo stomaco avvengono in modo totalmente disordinato e scoordinato in modo tale che il bolo si arresta e viene schiacciato dallo spasmo muscolare in un punto dell’esofago.


Tale disturbo si chiama anche esofago a schiaccianoci e provoca al paziente dolori alla schiena o più spesso dolori simil anginosi che spaventano terribilmente chi ne soffre simulando un attacco cardiaco che non c’è.


L’anatomia ci insegna che l’esofago e l’atrio sinistro del cuore sono in contatto molto stretto tra di loro e il cervello, cioè noi, non riusciamo ad identificare con precisione l’origine del dolore.


In questo caso come in molti altri casi simili si parla di dolore riferito cioè quando il soggetto avverte il dolore in una zona del corpo anche molto lontana dal punto origine.


Questo rapporto così ravvicinato tra esofago e atrio sinistro del cuore è utilizzato in cardiologia per eseguire l’ecografia transesofagea del cuore per esempio nei casi in cui si sospetta la formazione di coaguli all’interno delle cavità atriali come ad esempio nella fibrillazione atriale.


Consigli pratici per limitare il reflusso:


  1. Alza il letto dalla gambe dalla parte della testa di 30cm e dormi in pendenza

  2. Non dormire con qualcosa che ti stringa in vita

  3. Una gomma da masticare prima di dormire aiuta a diluire gli acidi

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